La superficie dello stagno., Memorie dal mestiere delle armi

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view post Posted on 17/3/2018, 00:12
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Risorti dall'Abisso. Malgrado tutto, malgrado tutti. Un trionfo. La missione portata a termine in maniera perfetta.... troppo perfetta. Nessuna ferita... nessun mostruoso cambiamento. Veloci come il vento e sicuri come nel nero grembo materno, quasi il viaggio fosse una sorta di visita di piacere.... eppure.... qualcosa non è più come prima.
Seduto al tavolo di pietra della Domus, nella sua confortevole penombra sente come in realtà l'Abisso gli ha tolto qualcosa per sostituirlo con altro. Una sensazione di pulizia interiore, come disinfettato nell'anima da ogni germe. La netta sensazione di essere stato cieco e sciocco. “Non tornerete come prima”. Forse davvero uno scotto da pagare c'era... ma poco importa. La fede nel Codice è lo scudo e la spada di cui necessita, per affrontare anche un drago, o per liberarlo dalla prigionia.
Osserva il disegno parzialmente deturpato dalla lama rovente. Sottomettiti e sii forte.
 
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view post Posted on 9/5/2018, 22:51
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Ripone il calamaio e la penna sulla libreria. Afferra la bottiglia e si avvia verso la sala dell'acqua. Attraversa la palestra a piedi nudi e la Domus, cupa e gelida, gli restituisce il rumore dei suoi passi. La vasca della piscina lo attende calda ed immobile come il ventre di un'amante dimenticata. La luce dei bracieri illumina le pareti spoglie e grigie della stanza. Si immerge lentamente, completamente svestito, fino a sedersi nel mezzo della vasca. Osserva la bottiglia. Vino Elfico, ottima annata. Lei glielo aveva regalato in un tempo dimenticato, come provocazione. Lui lo aveva conservato finora, come rivincita. Con i denti afferra il tappo e lo sfila dal collo della bottiglia. Sputa il tappo lontano. Non c'è nulla da festeggiare o dimenticare. Solo la sensazione strana.... come se gli dei stessero precipitando. Beve direttamente dal collo, per la prima volta dopo mesi assapora di nuovo il gusto del vino. Beve tutta la bottiglia. In un solo fiato. Avidamente. Fino a prosciugarla. Poi la lancia lontano, contro il muro. Mandandola in frantumi. Lentamente la sensazione di calore e torpore si mescola al caleidoscopio delle luci delle fiamme sulle pareti. Chiude gli occhi rilassandosi e appoggiando le spalle al bordo della vasca, le braccia come se fosse crocefisso. Sorride. Pensa ad un viaggio.
 
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view post Posted on 14/6/2018, 15:42
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La vallata innevata è cosparsa di macchie rosse e corpi fumanti. Un lieve brontolio si alza dal torace di uno degli energumeni ormai morente. Lui, unica macchia nera in piedi in mezzo al candore, ha il respiro leggermente accelerato dallo sforzo del combattimento. Ripone la lama. Dalla mano custodita nel guanto d'arme gocciola del sangue. Alza la visiera dell'elmo e socchiude gli occhi... la vista è leggermente appannata. Ripensa al combattimento, ai movimenti dei colossi bicefali ed ai colpi che gli hanno portato. Non dovrebbe avere ferite gravi, eppure.... muove qualche passo verso il crepuscolo, vede i bastioni della città dei nani in lontananza. La vista gli gioca strani scherzi. Come se la notte stesse scendendo ad una velocità inusuale. Confuso muove verso il sentiero e si ritrova al limitare del burrone. “Come ho fatto a....” una strana sensazione inizia a crescere nel suo petto. Come se qualcosa di potente e inesorabile gli stesse mollando i legacci che tengono l'anima unita al corpo. Come se a forza qualcosa lo stesse estraendo dall'armatura. Lascia cadere lo scudo e barcollando cerca di aggirare la costa del burrone. Si toglie l'elmo. Una fatica enorme. Un senso di spossatezza gli artiglia gli arti. La neve inizia a cadere leggera come un presagio silenzioso. Le forme degli alberi si fanno confuse nell'avanzare della sera. Ombre scure nel grigiore uniforme. I suoi passi sono insicuri. “Non posso essere ferito in maniera così grave....” ed impreca mentalmente al vento che inizia a soffiare trasformando i fiocchi di neve in frecce affilate. Il vento... eppure le fronde degli alberi non si muovono. Allarmato cerca di raggiungere il sentiero.... ma il suo passo lo porta dove non dovrebbe. Come colpito da un verrettone cade. Il burrone lo risucchia nelle sue avide fauci. Cadendo lungo il fianco della montagna urta contro tronchi, massi.... come pugni di un enorme crudele essere. Nella sua mente nessun pensiero. Solo un turbinio di ombre e la consapevolezza.... di qualcosa di inevitabile. Infine giunge sul fondo. Con un ultimo crudele tonfo che gli toglie il respiro. Rimane immobile per alcuni battiti del cuore. Cercando di capire e metabolizzare il danno ricevuto. Il dolore non è insopportabile ma sembra provenire dall'anima. Apre gli occhi nel buio che ormai lo circonda. L'armatura ha retto proteggendolo nella caduta ma ora lo tiene inchiodato al suolo. “Mia rosa...” Mentalmente invoca l'unica figura che può dargli conforto in quella situazione. E lei appare. Prima un'ombra indefinita poi, man mano che si avvicina, i suoi contorni diventano via via più delineati. Incredulo la guarda. Come può essere? Cammina verso di lui con passo leggero, elegante. Non vede il suo volto ma ne intuisce il sorriso. Stupefatto osserva nell'oscurità dell'orrido in cui è caduto la donna che si avvicina. Lei alza una mano verso di lui. Un invito. Senza parole. Lui non può rifiutare e sorridendo alza il braccio. La sua mano, priva del guanto d'arme non presenta ferite. Si alza a sedere guardandosi meravigliato. Il suo corpo, nudo, privo di armi o armature non presenta ferite. Si esamina stupefatto e si accorge che il dolore è scomparso. Guarda la donna alzandosi in piedi. Lei gli porge ancora la mano. Lentamente lui protende la sua... un senso di inevitabile lo pervade e sospirando sfiora le dita della mano che gli viene offerta. Sorridendo guarda il volto della sua salvatrice. Un viso antico, dalla pelle nera incorniciato da lunghi capelli color argento.... sereno ma terribile.... e gli occhi... viola e feroci lo scrutano dal profondo dei suoi sogni da troppo tempo dimenticati. Lui sgrana gli occhi mentre una sensazione di gelo si impadronisce della sua anima. Tutto inizia a vorticare. In un caleidoscopio di colori e urla.
Fra la fortezza e la città dei nani, fra le cime innevate, in fondo ad un burrone, la neve lentamente ricopre un'armatura nera abbandonata, vuota e nera. Porta le insegne e i simboli del cavalierato.
 
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17 replies since 3/10/2017, 10:40   335 views
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